Mondo - Il colore mi possiede, lo sento, non ho bisogno di tentare di afferrarlo. Mi possiede per sempre. Questo è il senso dell'ora felice: io e il colore siamo tutt'uno. Scriveva così, nel 1914, Paul Klee, il genio del colore approdato alla pittura dopo essere stato poeta, violinista, scrittore. Mondo - Il colore mi possiede, lo sento, non ho bisogno di tentare di afferrarlo. Mi possiede per sempre. Questo è il senso dell'ora felice: io e il colore siamo tutt'uno. Scriveva così, nel 1914, Paul Klee, il genio del colore approdato alla pittura dopo essere stato poeta, violinista, scrittore. All'artista tedesco, nato in Svizzera da una coppia di musicisti, ideatore, insieme al suo grande amico Vasilij Kandinskij, del gruppo del Der Blaue Reiter, Il cavaliere azzurro, alcune importanti istituzioni museali internazionali dedicano una serie di mostre in calendario tra il prossimo autunno e il 2018.
La dimensione astratta di Paul Klee alla Fondazione Beyeler La prima tappa di questo immaginario viaggio artistico sulle colorate tracce del pittore caro ai dadaisti e all'architetto Walter Gropius che, chiamandolo ad insegnare pittura lo aveva definito “l'estrema istanza morale del Bauhaus”, è la Fondazione Beyeler. È tra le ampie sale a vetri di questa straordinaria sede espositiva voluta dalla coppia di collezionisti Ernst e Hildy Beyeler, progettata da Renzo Piano, nella quale trova dimora il luminoso incontro tra architettura, arte e natura, che è in corso fino al 21 gennaio La dimensione astratta di Paul Klee, la prima esposizione interamente dedicata al rapporto dell'artista con l'Astrattismo. Come Picasso, Kandinskij, Malevič o Mondrian, protagonosti di quelle avanguardie storiche, che offrirono diverse soluzioni artistiche alla questione della nuova realtà pittorica, anche Klee accolse la sfida attraverso la realizzazione di un corpus di quasi 10mila opere frutto di processi di astrazione. Ma il pittore di Münchenbuchsee, al contrario dei suoi colleghi che intimidivano talvolta il pubblico con le loro opere prive di oggetti, cercò di gettare un ponte tra l'astratto e il figurativo, dotando molte composizioni astratte di titoli o di elementi naturalistici che ne suggerissero una possibile chiave di lettura. La retrospettiva di Basilea raccoglie oltre cento lavori di Paul Klee, collocandoli in un percorso che, a partire dal 1912, fotografa l'intera stagione creativa dell'artista, le tappe cruciali della sua carriera, dal dialogo con i compagni artisti di Parigi e Monaco di Baviera, al servizio militare durante la prima guerra mondiale, dal decennio presso il Bauhaus ai viaggi in Egitto e in Italia, fino all'opera matura del 1930.
Accanto ai capolavori di questo artista che considerava l'astrazione “uno stile senza pathos e dal freddo romanticismo”, figurano in mostra opere solo raramente esposte o ancora poco note che gettano una sorprendente luce sul genio. I paesaggi incantati di Hammamet e Kairouan, frutto del viaggio in Tunisia nel 1914, cedono il posto alle composizioni “esplosive” dei giardini, realizzati durante la prima guerra mondiale, le immagini segniche svelano l'interesse per i processi creativi in natura e in arte e, al contempo, ammiccano alla passione per il linguaggio e per la scrittura, senza tralasciare le costruzioni dell'antico Egitto che sbucano dai luminosi dipinti a strisce di colore degli anni Trenta.Essendo stato Klee un finissimo musicista, è facile intravedere nell'allineamento degli alberi a palla dei suoi giardini, le note di uno spartito, così come è usuale “ascoltare” in molte opere - da Fuga in rosso a Ouverture, da Armonia della flora nordica a Risonanza della flora meridionale - melodie e toni musicali. Quello che emerge da questa esposizione speciale è un poliedrico mago del colore, un maestro coraggioso, innovativo ed influente, che, dai quadri figurativi ai lavori completamente astratti offre la possibilità di cogliere interessanti corrispondenze con i diversi artisti della sua cerchia e delle generazioni successive.
L'arte americana dopo Paul Klee in mostra a Berna e a Washington Una mostra dal titolo 10 Americans ripercorre l'influenza di Paul Klee su alcuni celebri artisti americani, da Jackson Pollock a Mark Tobey, da Adolph Gottlieb a Norman Lewis, ispirati dal maestro tra il 1930 e il 1960. Tra gli anni Trenta e Quaranta, infatti, la fama dell'artista travalicò l'Oceano per raggiungere gli Stati Uniti dove numerosi galleristi tedeschi si erano stabiliti per sfuggire al regime nazista. Lo stesso artista, alla fine del 1933, aveva lasciato la Germania per rifugiarsi a Berna, sebbene non raggiunse mai gli Usa.Nel frattempo i suoi lavori viaggiavano oltreoceano conquistando gli artisti americani, affascinati dalla capacità di Klee di fondere cubismo, surrealismo, costruttivismo, per dare vita a un nuovo stile. L'esposizione, che avrà come prima tappa il Zentrum Paul Klee di Berna, dove si potrà visitare dal 15 settembre al 7 gennaio, si sposterà al Phillips Collection di Washington dove sarà in calendario dal 3 febbraio al 6 maggio 2018.
Il coraggio e l'intuizione di Paul Klee alla Pinakothek der Moderne di MonacoDal 1° marzo al 10 giugno 2018 Paul Klee sarà protagonista di Construction of Mystery, la prima grande mostra dedicata dalla Pinakothek der Moderne di Monaco di Baviera al pittore. Quello che si farà spazio tra i 120 capolavori provenienti dalle maggiori collezioni europee e mondiali è un “artista pensante” che esplora i confini del razionale sfidando il dominio del razionalismo, cercando di porre in equilibrio comprensione e sensazione, intuizione e costruzione.
A San Francisco Paul Klee incontra Rex RayFino al 9 ottobre al secondo piano del San Francisco Museum of Modern Art, una mostra intima pone in dialogo alcune opere del graphic designer americano Rax Ray, tra le quali un accattivante collage del 1999, con alcuni rari lavori di Paul Klee. Nonostante i due artisti siano cronologicamente lontani, è possibile cogliere alcune somiglianze formali, come l'esplorazione delle forme geometriche, i disegni giocosi e l'uso vivace dei colori.
E non è ancora detto che il percorso dell'artista svizzero non prosegua in Italia, paese che lo ospitò tra il 1901 e il 1902 in occasione di quel viaggio “folgorante” che avrebbe segnato in modo decisivo la sua carriera di pittore. Il Mudec di Milano potrebbe essere la sede prescelta. Ma per avere l'ufficialità della visita del grande artista, probabilmente nella primavera del 2018, bisognerà attendere ancora.
Fonte: www.arte.it