Mondo - “Il nostro lavoro è un modo di tenere un diario”. Parola di Pablo Picasso, che con semplicità disarmante sintetizza così il tema del rapporto tra arte e vita. Mondo - “Il nostro lavoro è un modo di tenere un diario”. Parola di Pablo Picasso, che con semplicità disarmante sintetizza così il tema del rapporto tra arte e vita. È questo il punto di partenza dell’ambizioso progetto espositivo Picasso 1932. Année erotique, dal 10 ottobre 2017 all’11 febbraio 2018 al Musée Picasso di Parigi: resoconto rigoroso di un anno di svolta, denso di cambiamenti e di febbrile lavorio creativo per il genio del Modernismo.  Più di 110 dipinti, disegni, stampe e sculture seguono passo dopo passo la vita e l’attività artistica di Picasso, in movimento tra l’appartamento di Parigi, lo studio nel castello di Boisgeloup e le coste della Normandia; tra la famiglia, la modella-amante Marie-Thérèse Walter e un’ampia cerchia di amici e colleghi, mentre prepara la prima memorabile retrospettiva alla galleria Georges Petit.  Bagnanti, ritratti variopinti e innovative composizioni costruite intorno alla figura della Walter sono al centro della fervente ricerca di questo periodo, che trova il suo motore in una straripante energia erotica.A cominciare dal capolavoro Il sogno, tra i fulcri della mostra, ogni opera porta in sé gli indizi di un vitalismo sessuale che è metafora della stessa creazione artistica: seni, falli, testicoli si nascondono dietro le innocue sembianze di frutti, elementi di un volto o corde di una chitarra. Un simbolismo rivelatore delle relazioni del pittore di Malaga con il gruppo dei Surrealisti, attivi a Parigi nello stesso periodo.  Contemporaneamente, Picasso lavora al tema della Crocifissione, mentre Brassaï, maestro della fotografia di quegli anni e scrittore di talento, realizza un prezioso reportage nell’atelier di Boisgeloup. Quei fogli che parlano dell’arte e dell’ego dell’artista, depositari di aneddoti esclusivi e di uno sguardo singolare sulla storia di un’epoca, restano appallottolati in un grande vaso a casa del fotografo per oltre 30 anni, finché l’Occhio di Parigi – come Henry Miller aveva soprannominato Brassaï – si decide a darli alle stampe. Insieme ad altri rari materiali d’archivio, le Conversazioni con Picasso hanno fornito una documentazione fondamentale per contestualizzare la produzione dell’artista, dando al percorso della mostra il ritmo e l’accuratezza di una ricostruzione giornalistica.  Nel 1932 Picasso è già un’assoluta celebrità. Le sue opere suscitano interesse dalla Spagna al Giappone, dagli Stati Uniti a Venezia. Ma non basta: vuole dimostrare di essere il più grande pittore del proprio tempo e ci riesce senza rinunciare a un rinnovamento profondo della propria arte. I quadri si fanno più piccoli e pacati, i disegni lasciano spazio a inusitate atmosfere idilliche. 

Alla clamorosa esposizione parigina seguono la retrospettiva alla Kunsthaus di Zurigo e la pubblicazione del primo volume del Catalogo ragionato dell’opera di Pablo Picasso con Christian Zervos, che ne sanciscono definitivamente l’appartenenza ai vertici del sistema dell’arte mondiale.  Curato da Laurence Madeline e Virginie Pedrisot, l’evento Picasso 1932. Année erotiqueè frutto dellacollaborazione del Musée Picasso di Parigi con la Tate Modern, dove sarà fruibile a partire da marzo 2018.
Fonte: www.arte.it

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